Donne e Pensiero Politico (DoPP)

Mary Astell. Una lettura protofemminista della teologia politica. Video-lezione di Eleonora Cappuccilli

Questa settimana DoPP si sposta dall’Italia del primo Novecento all’Inghilterra della Glorious Revolution (1688) e prende in esame la figura intellettuale di colei che può essere considerata a tutti gli effetti la prima femminista inglese, cioè Mary Astell (1666-1731). Su di lei sappiamo pochissimo. Non disponiamo neppure di un ritratto, sicché per la copertina della nostra video-lezione abbiamo provato a darle un volto rifacendoci a un celebre dipinto di Joshua Reynolds (1723-1792). Ciò che tuttavia più conta sapere sul suo conto possiamo desumerlo dalla lettura delle sue opere. Al loro interno, partendo dal presupposto che le donne fossero razionali in misura affatto inferiore agli uomini, Mary Astell contestò il fatto che quest’ultime dovessero restare relegate al ristretto ambito della vita domestica e si fece quindi promotrice di un programma attraverso il quale fosse possibile innalzarne il livello educativo e, per questa via, farne delle buone cittadine in grado di prender parte alla vita pubblica. Per il riesame della sua figura e delle sue opere ci siamo rivolti a una giovane studiosa, Eleonora Cappuccilli, che proprio a Mary Astell ha di recente dedicato il libro La critica imprevista. Politica, teologia e patriarcato in Mary Astell, EUM, Macerata 2020.

L'estetica politica di Margherita Sarfatti. Video-lezione di Francesco Ingravalle

Questa settimana restiamo in Italia e rivolgiamo la nostra attenzione a una delle più controverse figure femminili del Novecento. La sedicesima video- lezione di Donne e Pensiero Politico è infatti dedicata a Margherita Sarfatti (1880-1961). Scrittrice e critica d’arte, Sarfatti fu autrice di una delle prime biografie agiografiche dedicate a Benito Mussolini. Tra le pagine di Dux (1926) non si limitò tuttavia a descrivere il profilo dell’uomo di cui fu anche amante, ma, sulla base delle letture di autori quali Nietzsche, Sorel, Gobineau, Pareto, Carlyle e Ruskin, giunse più in generale a delineare l’archetipo del leader carismatico capace di farsi promotore di un processo di contro-decadenza estetica e politica. A incaricarsi della ricostruzione del suo complesso itinerario intellettuale è Francesco Ingravalle, storico delle istituzioni politiche e docente presso l’Università del Piemonte Orientale.

Nelle fratture del mondo. Spivak e le narrazioni della subalternità. Video-lezione di Fiorenzo Iuliano

Questa settimana arriviamo a lambire gli anni Duemila, provando a guardare al mondo culturale occidentale secondo una prospettiva ‘altra’. La quindicesima video-lezione è infatti dedicata a una delle figure attualmente più interessanti e originali nel campo degli studi postcoloniali, del femminismo, della teoria della letteratura e degli studi di genere, cioè la filosofa statunitense, ma di origini bengalesi, Gayatri Chakravorty Spivak (1942-). Traduttrice in inglese di De la grammatologie (1976) di Jacques Derrida, a lei si deve in particolare l’introduzione del decostruzionismo nel dibattito accademico americano e più in generale, a partire da una prospettiva che tende a privilegiare il punto di vista dei cosiddetti ‘soggetti subalterni’, la contestazione dell’eurocentrismo che informa di sé gran parte della cultura accademica occidentale. A presentarne il complesso profilo Fiorenzo Iuliano, docente di lingua e letterature anglo-americane presso l’Università degli Studi di Cagliari.

Aleksandra Kollontaj tra marxismo e femminismo. Una liaison dangereuse? Video-lezione di Monica Quirico

Questa settimana torniamo al Novecento e, prendendo in esame una delle protagoniste della Rivoluzione bolscevica, proviamo più in generale a indagare le liaisons dangereuses tra marxismo e femminismo. La quattordicesima video-lezione è infatti dedicata a Aleksandra Kollontaj (1872-1952), teorica e organizzatrice russa dell’emancipazione femminile. Di famiglia aristocratica, Kollontaj si ribellò sin da giovane non solo ai privilegi della sua classe sociale d’origine ma anche alle consuetudini che regolavano allora i rapporti tra sessi, decidendo anzitutto di sposarsi per amore e poi di trasferirsi a Zurigo per studiare economia politica. Nella convinzione che l’origine della subordinazione femminile dovesse essere ricondotta all’istituto della proprietà privata, nel 1917 aderì al partito bolscevico, ritenendo che alla rivoluzione sarebbe automaticamente seguita la conquista dei pari diritti da parte delle donne. A partire dal 1921 iniziò tuttavia ad assumere posizioni critiche nei confronti della ‘degenerazione burocratica e autoritaria’ del partito. A presentarne l’affascinante, e per certi aspetti controverso, profilo biografico-intellettuale è la storica del pensiero politico Monica Quirico.

 

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