Petrolio e moneta internazionale
Venerdì 5 aprile, ore 17.30
Polo del '900, Sala Didattica, via del Carmine 14, Torino
Intervengono
Antonio Mosconi, Robert Triffin Foundation
Pietro Terna, Università di Torino
Marco Brunazzi, Istituto Salvemini
Il tema dell'incontro
L’aggressività di Trump non può far dimenticare l’estrema debolezza del dollaro. Dalla fine del sistema di Bretton Woods e della convertibilità del dollaro in oro (1971), la posizione debitoria degli Stati Uniti è andata progressivamente aggravandosi. L’area dollaro si è via via ristretta con l’aumento di altri mezzi di riserva: l’oro, l’euro e ora il remnimbi. Tuttavia l’utilizzo del dollaro è ancora superiore al peso degli Stati Uniti nell’economia mondiale per una supposta nuova convertibilità - questa volta non in oro, ma in petrolio - garantita dalla quotazione del barile in dollari, poi investiti nel sistema finanziario americano, e dalla potenza militare. A seguito delle guerre non vinte e dei ripetuti crack finanziari, però, gendarme e banchiere del mondo non sono più credibili. Inoltre si tenderà sempre più a evitare l’uso del dollaro per non incorrere nelle sanzioni imposte dall’embargo americano nei confronti di alcuni Paesi. La strategia dell’Unione europea deve prevedere l’estensione dell’uso dell’euro e l’ancoraggio allo SDR delle aree monetarie potenziali, a partire dall’Africa e dall’Asia centrale.
Incontro organizzato dall’Istituto Salvemini e dal Centro Einstein di Studi Internazionali