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Sergio Borgogno e il suo tempo

Un ricordo condiviso del socialista Sergio Borgogno.

Giovedì 7 marzo alle 17.30 presso il Polo del '900, sala Conferenze, corso Valdocco 4A

Partigiano, segretario della Camera del Lavoro di Torino, consigliere comunale di Torino e Vicesindaco nella prima Giunta Novelli, Sergio Borgogno è stata una grande figura del socialismo torinese che l'Istituto Salvemini e il Circolo dei Riformisti vogliono ricordare a quarant'anni dalla morte.

Lo ricordano:
Marco Brunazzi, Sergio Borgogno e il suo tempo
Claudio Valeri, Torino, dal dopoguerra agli anni ‘70
Tito Giraudo, Il sindacalista
Libertino Scicolone, L’amministratore
Giusi La Ganga, Il dirigente politico

Testimonianze di Paola Borgogno, Eugenio Bozzello, Giorgio Mondino e Salvatore Tropea

Sergio Borgogno

Sergio Borgogno nasce a Torino nel settembre del 1920, in una famiglia modesta, dove il padre era impiegato alle poste e la madre casalinga.
Figlio unico, cresce nella casa di via Nizza, di fronte alla stazione di Porta nuova nel quartiere San Salvario.

Dopo la scuola elementare frequenta la scuola per tipografi, ma essenzialmente cresce professionalmente attraverso una formazione da autodidatta.

Nel 1936 entra alla UTET come tipografo, dove rimane sino al servizio militare.
Sono gli anni che porteranno l’Italia ad entrare in guerra. Borgogno è arruolato nei Granatieri di Sardegna e nel 1943 è con le truppe italiane che operano in Croazia.

L’8 settembre, il giorno dell’armistizio con gli angloamericani, lo coglie a Roma, da cui ritorna a Torino con mezzi di fortuna.
Però non si ferma a casa, ma si reca a Barbania, nel Canavese, dove aveva degli amici e da dove prende i primi contatti con la Resistenza.

Nel periodo della lotta di Liberazione Borgogno combatterà nelle SAP (Squadre di azione patriottica) che operavano in città e nelle formazioni partigiane “Matteotti”, partecipando alla liberazione di Torino.

Con il ritorno della pace scoppia la grande passione di Borgogno per la politica.
Si iscrive al Partito socialista (con cui aveva avviato i contatti già nel periodo della lotta partigiana) e frequenta il circolo “Valsasna” di Corso Dante, di cui diviene segretario.

Inizia un periodo di grande impegno e Borgogno vive con il piccolo stipendio che gli passa il Circolo.
E’ anche il periodo delle scelte familiari.
E’ il 1946 quando conosce Luciana Ceccherini, che ha un anno in meno di lui e diventerà sua moglie tre anni dopo.

Si incontrano al circolo Valsasna di Corso Dante, quello di cui Borgogno è segretario. Lei è figlia di Angelo, collaudatore alla Fiat, socialista, perseguitato politico, condannato a quattro anni di carcere per attività sovversiva, scontati nel carcere di Civitavecchia. E anche lui frequentatore del circolo socialista.

Luciana è impiegata dal ‘39 alla Stipel, la compagnia telefonica del tempo, diventata poi SIP e poi Telecom, dove resterà sino alla pensione nel 1974.

Ci sono dunque le condizioni per sposarsi. Ma contemporaneamente la nuova situazione famigliare impone di lasciare l’attività politica a tempo pieno.
Così nel 1949 Sergio Borgogno si sposa e ritorna a lavorare alla UTET, sempre come tipografo.

E qui inizia ad occuparsi di sindacato, diventando Segretario della Camera del Lavoro di Torino dal 1950 al 1953, quando la sede era ancora in Corso Galileo Ferraris e, successivamente, segretario dei poligrafici CGIL sino al 1960.

Nel frattempo, nel dicembre 1952 nasce la figlia Paola, di cui Borgogno andò molto orgoglioso, soprattutto quando Paola si laureò in ingegneria civile presso il Politecnico di Torino.

Lasciate le cariche sindacali, Borgogno si dedica ad una attività autonoma di rappresentante commerciale di imballaggi ed apre un piccolo ufficio in corso Racconigi.

Sono gli anni in cui più intensa diventa l’attività politica nel partito socialista, sino a diventare segretario regionale piemontese ed entrare nel Comitato Centrale nazionale.

Sono gli anni del primo centrosinistra e della scissione dello PSIUP. Momenti di grande passione.

Accanto alla politica ci sono stati anche gli incarichi amministrativi. Alla fine degli anni ‘50 Borgogno è stato amministratore dell’azienda tramviaria ATM di Torino e successivamente alla Banca Subalpina e alla Cassa di Risparmio di Torino.

Nel 1975 viene eletto nel Consiglio Comunale di Torino e diventa vicesindaco nella prima Giunta Novelli con l’incarico di Assessore al decentramento e al bilancio.

E’ in quel periodo che si occupa con grande impegno e vitalità dell’ammodernamento della struttura informatica del Comune, la cui sede attuale di Corso Unione Sovietica a Torino è stata a lui intitolata.

Sergio Borgogno muore il 7 marzo 1979 presso l’ospedale Molinette per una grave malattia epatica.

Con lui scompare una persona buona, attenta agli altri, con una grande volontà di costruire cose nuove, di andare avanti. La modernizzazione, l’efficienza facevano parte del suo carattere.

“Per nostra fortuna - ricorda oggi la moglie Luciana - aveva saputo salvaguardare le attività familiari dall’impegno politico. Non si lamentava mai, neppure nel periodo in cui era già gravemente malato. Lo ricordo come una persona positiva, costruttiva. Il suo hobby preferito era cucinare. La domenica si alzava alle sette e preparava il pranzo per tutti noi, ma spesso anche per i suoi amici di infanzia.
Amava viaggiare in Italia e in Europa e giocare a carte, a scopa, con gli amici.
Era un idealista, con profondo senso del rigore morale: aveva fatto una scelta cui era stato capace di rimanere fedele per tutta la vita.

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